È detta anche Torre Nova, da qui il nome del paese. Doveva avere soltanto un'importanza difensiva locale. In un elenco del 1782 è data alle dipendenze del Conte di San Marco e ad essa era annessa un'osteria.
La torre è legata ad una fantasiosa leggenda: la figlia del barone venne rapita da un corsaro turco che la portò in terra di Barberia.
Da qui la ragazza iniziò a spedire al padre scatole ricolme di pesce, ma al cui fondo nascondevano dell’oro che sarebbe servito per pagare l'altissima cifra chiesta per il riscatto.
Ma il pascià accortosi del tranello, continuò si le spedizioni, sostituendo però al pesce fresco, brandelli dell’infelice fanciulla, così che, alla fine, fu tutta restituita al padre disperato.
È una bellissima torre tardo cinquecentesca fornita di una propria dignità stilistica, ha la pianta prossima al quadrato, emergente nei suoi due piani al di sopra di un basamento appena scarpato.
La sua forma è delineata da cantonali in piccoli conci, tra i quali si intessono le murature in ciotoli e pozzolana; lo stato di conservazione è perfetto sia globalmente che nei particolari, le quattro caditoie intatte, le imbotte in arenaria alle finestre del secondo piano, le bocche di lupo ed il portoncino del primo piano prive di sbrecciature, i mensoloni, i paramenti ed i costoloni del tutto integri.
L'interno suddiviso da un muro di spina in due ambienti voltati a botte si ripete similmente sui due piani.
I collegamenti verticali, inizialmente assicurati da fori e scale retrattili, oggi sono possibili grazie ad una pesante scala in cemento a due rampe.