Borgo Giuliano fu uno dei primo otto borghi rurali costruiti in Sicilia dall’Ente di Colonizzazione del Latifondo Siciliano nell’ambito della cosiddetta “lotta al latifondo siciliano”. Esso, ultimato nel novembre del 1940, sorge su una collinetta ubicata al centro di una zona a fortissima vocazione agricola, caratterizzata dalla presenza di numerose aziende agricole operanti prevalentemente nei settori cerealicolo e zootecnico-caseario.
Attualmente Borgo Giuliano ricade all’interno dell’amministrazione territoriale del Comune di San Teodoro che, all’epoca, risultava essere una frazione, o meglio un “casale” del limitrofo Comune di Cesarò.
Il borgo venne intitolato alla memoria di Salvatore Giuliano, giovane fascista originario di Roccella Valdemone, sconosciuto alla maggior parte della popolazione locale, che fu ucciso in Africa Occidentale e successivamente decorato di medaglia d’oro al valor civile per espressa volontà di Benito Mussolini in persona.
Come per ogni borgo rurale, il compito esclusivo di Borgo Giuliano era quello di garantire tutti i servizi indispensabili al vivere della popolazione che abitava le case rurali situate entro il raggio di influenza del borgo stesso. Tale raggio di influenza era dell’ordine di 5-6 Km e comprendeva i territori di San Teodoro e di Cesarò.