L’elemento storico architettonico più significativo di Montalbano Elicona è il Castello che domina un tessuto urbano medioevale irregolare e tortuoso, che si snoda su e giù per i vicoli adattandosi alla conformazione del promontorio roccioso. Le piccole case costruite in pietra arenaria sono colme di storia autentica. Edificato su preesistenze bizantine e arabe, il Castello è costituito in alto da un fortilizio normanno-svevo e in basso dal "palatium" fortificato svevo-aragonese. La parte superiore, una fortezza rettangolare, è chiusa all’estremità da due torri, una a pianta quadrata e l’altra, tipicamente sveva, a pianta pentagonale, con funzione di maschio. Al periodo svevo risale la muratura perimetrale merlata che rappresenta la configurazione difensiva “a saettiere” più importante e meglio conservata della Sicilia. Della fase angioina ci rimane la data del 1270 incisa nel rivestimento idraulico della cisterna grande.
Al re Federico II d’Aragona si deve invece la ricostruzione dell’edificio e la sua trasformazione da fortezza in "regiae aedes", residenza reale per i soggiorni estivi (1302-08). Il sovrano fece aprire diciotto grandi finestre sui muri perimetrali al di sopra delle feritoie sveve e un numero considerevole di portali e porte. Grazie alla ristrutturazione operata dal re aragonese il castello di Montalbano è una delle opere più unitarie e armoniose del medioevo siciliano. L’elemento più straordinario dell’intero castello è la cappella reale di epoca bizantina, che custodirebbe secondo alcuni studiosi le spoglie di Arnaldo da Villanova, una delle figure più importanti del suo tempo, medico, alchimista e riformatore religioso in odore di eresia, morto nel 1310 e del quale sono attestate numerose presenze a Montalbano insieme al re Federico. Dopo oltre un secolo di declino, negli anni ’80 lavori di restauro hanno restituito il Castello alla sua antica bellezza, ma con un imperdonabile errore: i merli, originariamente a coda di rondine, sono diventati rettangolari, qualificando così come guelfo un edificio che, essendo svevo aragonese, non potrebbe essere più ghibellino! Il Castello è oggi di proprietà comunale e viene utilizzato per mostre e convegni.